Sicilia anni ’70.
In una sperduta frazione del comune immaginario di Castelnormanno, in provincia di Palermo, vengono uccisi, a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, il medico del posto, conosciuto e stimato da tutti e un’anziana donna, scorbutica, litigiosa, mal sopportata anche dal proprio figlio.
I due delitti sembrano avere caratteristiche comuni perché, in entrambi i casi, i cadaveri sono stati rinvenuti con il cranio fracassato; tanto basta perché i mezzi d’informazione avanzino l’ipotesi della presenza di un serial killer in quel paesino dove, fino ad allora, non era mai successo nulla.
Sui due delitti indaga Sanfilippo, curioso ma capace commissario di polizia, che non crede all’ipotesi di un assassino seriale. A complicare il quadro investigativo, si aggiunge la scoperta, nel garage della loro abitazione attigua alla villetta in cui è stata assassinata la donna, del suicidio di due anziani coniugi; evento che, inaspettatamente, consente di individuare il colpevole del delitto del medico e di chiarirne i motivi.
Questa fortunata coincidenza vale a dimostrare esatta la convinzione di Sanfilippo che i delitti sono stati commessi da persone diverse e per motivi diversi e, di conseguenza, a rassicurare la popolazione del piccolo borgo.
Se però è stato relativamente facile giungere al responsabile dell’omicidio del medico, non è altrettanto semplice scoprire chi e perché ha ucciso la donna. Potrebbe essere sospettato il figlio, l’unico a trarre vantaggio dalla sua morte, ma ha un alibi di ferro.
Quando sembra che il caso sia irrisolvibile, provvidenziale giunge in commissariato una telefonata anonima che accusa dell’omicidio dell’anziana donna un vagabondo che dorme su un vagone abbandonato nella dismessa stazione Lolli di Palermo.
Sanfilippo vi si reca, accompagnato dal brigadiere Ferretti, e scopre, nella bisaccia dell’uomo, un mazzuolo sporco di sangue che le analisi successive riveleranno essere quello della donna assassinata.
Il vagabondo, di cui non si conoscono identità e provenienza, evidentemente psicolabile giacché asserisce di non essere responsabile delle sue azioni perché una non meglio specificata “lei” controllerebbe la sua mente e gli ordinerebbe di compiere determinati atti, come colpire a martellate le auto in sosta, viene tratto in arresto.
Grazie alla foto pubblicata sui giornali, é riconosciuto dal fratello, che da tempo non aveva più sue notizie e che non crede alla sua colpevolezza, il quale si rivolge ad un avvocato, spassosissimo personaggio, perché lo difenda.
Tutto sembrerà chiarirsi quando, durante un sopralluogo notturno nella villetta della donna uccisa, compiuto da Sanfilippo e dall’investigatore privato Tony Valente, dotato di facoltà particolari, viene rinvenuto un verbale di contravvenzione che sembrerebbe inchiodare l’assassino, tanto più che il sospettato, in sede d’interrogatorio, renderà piena confessione.
Sanfilippo, tuttavia, non pienamente convinto, continuerà a indagare, scoprendo che il presunto responsabile sta probabilmente coprendo una donna misteriosa con la quale ha una relazione e pervenendo infine alla sorprendente verità, grazie anche all’aiuto, importante ma non determinante, dell’investigatore privato e delle sue “visioni”.
Si chiarirà anche chi è il vagabondo, qual è il grave evento che lo ha indotto a diventarlo, chi è la fantomatica “lei” che controllerebbe le sue azioni.
Tutto sarà condito dalla storia d’amore tra Tony e la sua socia/segretaria, da strani sogni, da situazioni divertenti, dalla vena malinconica del commissario e da un dubbio finale insinuato dal magistrato che coordina le indagini, il quale ipotizza una diversa soluzione del caso.
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