Il racconto del Pino sconosciuto, figlio di un portuale e di una casalinga, fratello maggiore cresciuto in casa delle zie non sposate, poi a sua volta marito e padre affettuoso di cinque meravigliosi figli. Una storia eccezionale e strappacuore come una sua canzone.
«Napoli è ritmo. La sua musica è impossibile non sentirla, ancora oggi, passeggiando per le vie. Quando eravamo bambini noi – Pino, io e i nostri fratelli –, la musica riempiva i vicoli, si infilava sotto le porte, scandiva le giornate della gente. Ci era familiare quanto i colpi di martello dei fabbri del porto, quanto le sgasate dei motorini, le sgridate delle madri, i commenti degli uomini affacciati al balcone, in canottiera, in attesa che la tavola venisse apparecchiata. La domenica mattina i vicoli si riempivano dell'odore del sugo, che sobbolliva per ore. Qualcuno fischiava, qualcun altro martellava, altri ancora chiamavano figli o mariti, e in sottofondo si riconoscevano le voci genuine di Peppino Brio e Antonio Buonomo, grandi artisti e grandi napoletani. Alcune radio mandavano in onda tutto il giorno solo musica di quel genere, perché a Napoli non si ascoltava altro a parte i neomelodici. Solo, di tanto in tanto, era ammesso cambiare stazione e sintonizzarsi su Radio Uno o Radio Due, alla ricerca del giornale radio. A ripensarci ora, sembra siano trascorsi secoli.» A un anno dalla scomparsa di Pino Daniele, il fratello più giovane Nello – che lui chiamava Nelli' – apre il baule dei ricordi familiari e ne estrae ricordi, abbracci, litigate, sofferenze, chitarre, vecchie zie e soldati americani, pizze fritte, Mario Merola, gli ultras del Napoli, James Senese, papà e mamma, la bella 'mbriana, i concerti, i dischi d'oro e di platino, gli interventi a cuore aperto, Formia e, purtroppo, la telefonata di saluto fra i due fratelli che sarebbe poi risultata di addio. Una bellissima vicenda privata, una straordinaria vicenda pubblica e artistica. Partendo da vico Candelora, minuscola stradina a una corsa di scugnizzo dal monastero di Santa Chiara, Pino Daniele ha creato nuovi spartiti nel già sontuoso libro della musica partenopea. Ha fuso l'umanità dei vicoli con le sonorità del blues, anima napoletana dentro anima nera, conquistandosi un posto fra i grandi della musica internazionale. |