Riccardo, un manager di mezz’età, s’arrampica sul pennone del traghetto per lanciare un grido che è quasi un’invocazione: “Terra! Terra!”.
Una volta sbarcato a Portoferraio, viene consegnato ai Carabinieri, ma decisivo è l’incontro con il professor Mariotti.
Grazie a questo psicoterapeuta di grande umanità, Riccardo avvia un percorso di autocoscienza e guarigione: ripercorre la sua carriera a Londra, lanciata verso promettenti sviluppi ma compromessa dalla nomina di un Amministratore Delegato insipiente e geloso dei successi altrui. Comincia così a risentire dello stress maturato e anche il rapporto con la moglie entra in crisi.
Durante i colloqui con il professor Mariotti, il protagonista si prepara a una nuova partenza, consapevole che la speranza, pur non garantita, è comunque possibile perché le nuvole non sono il cielo.
Il fil rouge del libro è senza dubbio l’indignazione quasi adolescenziale per le ingiustizie. Non solo sul lavoro, perché, con un originale escamotage narrativo, l’incontro con il padre di Alessandro – un vecchio partigiano – e quello con un giovane carabiniere diventano il pretesto per commoventi pagine sulla Resistenza e sul drammatico G8 di Genova, sostanziando che la scelta tra rassegnarsi o reagire rimane sempre e comunque una responsabilità individuale.
L’ultima nuvola racconta anche di grandi amicizie e buona tavola, di tanghi appassionati, di amori complicati e di calde giornate di mare.
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