"Un'intuizione: quanto avevo elaborato, come orientamento necessario al superamento, da parte dell'uomo, del suo soffrire, poteva essere riassunto nei versetti della preghiera: "Padre Nostro" che a detta dei Vangeli è stata direttamente insegnata da Gesù.
Puoi capire il mio stupore e la meraviglia, il contenuto della preghiera era la sintesi di tutta la mia elaborazione. (Amico lettore, mi rivolgo a te con il "tu" perché mi fa sentire più a mio agio e mi par di non scrivere al vento, spero che tu non ne abbia a male.)
Telefonai immediatamente all'Editore e inserii ancora due pagine nel libro. Da tali pagine nacque poi un nuovo libro: "Un segreto nel Padre Nostro" che esaurito non fu riedito. A tutt'oggi lo considero un testo di una certa importanza per colui a cui può interessare; ho pensato allora di mantenerne il nucleo, rivederne alcuni aspetti alla luce delle conoscenze odierne e farne un'altra piccola pubblicazione; così è nato questo libro".
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L'essere psicoterapeuta ti fa incontrare la sofferenza umana nelle sue molteplici modalità di manifestazione, sia del corpo, sia della mente e sia dello spirito.
Mi è capitato anche più volte di imbattermi in fenomenologie particolari, le cosiddette paranormali, che non trovavano riscontro nei testi che avevo studiato e nella formazione sia psicologica, sia analitica che ho avuto.
L'esigenza di capire che già mi spinse ad intraprendere lo studio della psicologia e di conseguenza la professione, col trascorrere del tempo si fece in me ancora più impellente; indirizzai così le mie ricerche e le mie letture verso un settore di cultura che fino ad allora mi aveva sì incuriosito, ma che non mi aveva mai sollecitato al punto da poterlo considerare una cosa seria.
Alcuni pazienti mi hanno messo in difficoltà con le loro esperienze; nulla sapevo della morte; le informazioni che avevo della possibile sopravvivenza dell'anima erano quanto avevo appreso in ambiente cattolico, ma poco ci credevo; lo spiritismo e i fenomeni extrasensoriali erano per me soltanto il risultato di imbrogli ben congegnati; l'uomo era sì mente e corpo, ma l'anima poteva essere tranquillamente un'invenzione delle religioni a loro indispensabile, per mantenere l'uomo in condizioni di continua sudditanza.
Ho dovuto ricredermi: la dimensione spirituale che avevo rifiutato da quando abbandonai d'essere religioso per le contraddizioni che avevo vissuto nella Chiesa, stava insidiosamente riacquistando significato. Certe fenomenologie era impossibile comprenderle se non ipotizzavo una dimensione spirituale nell'uomo.
Oggi le pubblicazioni new age e le ricerche sulle esperienze di pre-morte stanno influenzando l'ambiente scientifico che ha sempre minori strumenti per rimanere arroccato e far finta che certe fenomenologie non esistano. Lo sviluppo della fisica dei quanti e le elaborazioni matematiche fanno fare ipotesi, per spiegare l'universo, che molto si avvicinano all'affermazione scientifica dello spirito. Ma torniamo a venticinque anni fa. Allora mi informai di più, lessi molto e di tutto, dalla fenomenologia extrasensoriale allo spiritismo; dall'alchimia all'occultismo; ripresi la lettura dei testi sacri, spaziando anche in religioni lontane dal cristianesimo; mi avventurai nella lettura di rivelazioni e profezie ricevute dall'uomo per via medianica, incontrai sempre più persone disposte a raccontarmi esperienze cosiddette strane e persone "sensitive".
Mi accorsi di essermi avventurato in un campo nel quale si poteva trovare di tutto; ebbi occasione di rendermi conto della grandiosità della immaginazione umana e quali livelli potesse raggiungere; in me, però, la sensazione che in tutto quel materiale, in quelle esperienze, in quelle storie vi fosse anche del vero, si faceva sempre più concreta e molto mi entusiasmava. In quella pioggia di informazioni che inondava il mio cervello correvo il rischio di annegare; occorreva separare il vero dal falso, per me non era facile e persone esperte a cui riferirmi, nelle quali avessi sufficiente fiducia per farmi orientare, non ne conoscevo.
L'unico criterio di validazione a cui potermi affidare era il soggettivo "sentir di vero". Attraverso le letture alle quali ebbi accesso, potei osservare come certi contenuti di letteratura spirituale potevano essere considerati con ben altra attenzione di come è abituato a considerarli il cosiddetto "uomo di scienza" medio, e chiedo scusa all'uomo di scienza libero da costrizioni preconcette. Osservai come le affermazioni della psicologia e della psicopatologia potessero essere sovrapponibili ai contenuti spirituali che venivo man mano scoprendo, anzi osservai, e ciò fu di grande stimolo, come certi contenuti spirituali fossero chiarificatori. Da essi molto avrei potuto apprendere.
Ovviamente esiste un proble |