La parola di Dio è in continua trasformazione così come siamo noi, così come è il mondo. La sua parola è sorgente d’amore e quindi di vita. La sua parola è in continuo movimento. Leggendo i Vangeli spesso sono stato forzato a interessarmi dei dettagli, delle note e postille, delle virgole fuori posto, delle diverse interpretazioni, della differenza delle diverse traduzioni, della differenza delle versioni dei diversi Evangelisti, venendo a conoscenza di dettagli interessanti ma perdendo probabilmente il messaggio d’insieme.
La sensazione è di una grande perdita di tempo nell’interpretare una singola parola quando, il significato della stessa parola, potrebbe cambiare a ogni lettura poiché il tempo di ogni lettura è di fatto diverso dal precedente; la sensazione è di un depotenziamento della Parola di Dio, dispersa in mille rivoli interpretativi; la sensazione è che anno dopo anno si siano depositati sulla Buona Novella strati sempre più spessi di polvere che tutto rende grigio, uniforme, indifferenziato; la sensazione è infine quella di un generale ingessamento della forza travolgente dell’ Annuncio, di un totale congelamento della Parola di Dio per cercare di far quadrare tutto e accontentare tutti.
Dal Vangelo di Tommaso: «Se vi domandano quale segno del vostro Padre è in voi?», rispondete loro: «È una quiete e un movimento». Quiete come pausa, riflessione, colloquio col Padre, fermare il tempo; e movimento come agire, fare, amare, testimoniare, far ripartire lo scorrere del tempo.
La vita non è passiva immobilità nell’attesa di qualcosa o di qualcuno, ma è contrasto dinamico tra quiete e movimento, tra luce e buio, tra gioia e dolore, tra il bene e il male.
Ho sentito quindi la necessità di rimuovere la polvere dai testi dei Vangeli, di spogliarli di tutte le distrazioni e di tutte le sovrastrutture numeriche-interpretative-referenziali, di ripartire dai testi disgregati nei loro mattoncini elementari, di rimettere insieme tutti questi elementi indipendentemente dal Vangelo e dall’Edizione di provenienza, di eliminare gli episodi duplicati e infine ricomporre un nuovo quadro d’insieme cercando di rispettare la cronologia dei singoli episodi. Ho inserito un unico episodio non sinottico dal Protovangelo di Giacomo, i bellissimi versetti: “E io Giuseppe”.
Il quadro che ne è uscito lo lascio giudicare a voi. Vi prego soltanto di leggerlo lasciando in quiete la mente ma il cuore in movimento.
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