Il Banco sopra la cattedra è un romanzo-documento che nasce sul campo, narrato direttamente dai veri protagonisti dei luoghi dell’apprendere: gli studenti che attraverso le loro storie, tristi, divertenti, drammatiche, reali e a volte fantastiche svelano gli inganni e i pregiudizi che quotidianamente vivono nell’università e nella scuola. Un’analisi incisiva e minuziosa che mostra le incongruenze del mondo dell’istruzione, percepito come statico, ottuso, falsamente democratico ed espressione di forti disuguaglianze. Oggi come ieri, il sistema dell’istruzione rimane ancorato al cordone ombelicale del potere politico, che lo usa come mezzo di diffusione della propria ideologia, sprecando un capitale umano indescrivibile, potenzialmente rivolto al miglioramento della società.
«Quel giorno non lo dimenticherò mai: 7 luglio 2009, ore 11:40, Università Federico II di Napoli, aula 19, quella dei grandi eventi. Era un giorno fatidico, la resa dei conti, l’atto ultimo di una vita vissuta con sacrificio per cinque anni da studente pendolare. Il mio caro, vecchio amico, Marco Laperla coronava il suo sogno: la mitica laurea. Conoscevo bene quel ragazzo ribelle, quel figlio della via Gluck. Il lavoro della sua tesi non poteva riassumersi in un’analisi formale, senz’anima, ma era qualcosa, certamente di trasgressivo, pungente. Era una ricerca scrupolosa della verità, senza retorica, condotta con capacità critica. Conoscendo la persona, ero certo che, dagli argomenti trattati, sarebbero emersi molti spunti originali e creativi.
Il titolo della sua tesi sperimentale era tutto un programma e andava diritto al sodo: Silenzio! Parlano gli studenti! Era tutto quello che accade quotidianamente tra i banchi di scuola. Era una ricerca che, in campo metodologico, potremmo definire di tipo qualitativo, durata due anni, condotta in 250 istituti superiori, pubblici e privati della Campania. Circa 5000 studenti e studentesse che, in qualità di campione probabilistico (estrapolati per quota con metodo a grappolo) raccontano, attraverso storie, interviste, questionari, aneddoti, le loro idee, paure, fantasie, inquietudini, incertezze, emozioni, aspettative, delusioni, speranze, sulla scuola italiana. Era un lavoro di complicata selezione, ma divertente, interessante, ironico, amaro, narrato con un linguaggio diretto, essenziale.»
Luigi Polito, professore di Scienze Umane nei licei. Psicologo e terapeuta, ha collaborato dal 1986 al 1994, come esperto nelle Equipe Socio-Psico-Pedagogiche del Provveditorato agli Studi di Napoli operanti sul territorio per arginare la Dispersione Scolastica nelle scuole di ogni ordine e grado. Ha pubblicato articoli su riviste scientifiche tra cui: il Il test della famiglia applicato a pazienti lungodegenti su Rivista Sperimentale di Freniatria. Autore della ricerca: L’insegnamento della Filosofia attraverso l’uso della metafora presentata al Convegno Narrate uomini le vostre storie. La narrazione nel pensiero sistemico, in psicoanalisi e letteratura svoltosi presso l’Istituto Universitario “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. É giornalista pubblicista e consulente di Psicologia dell’età evolutiva in alcuni centri specializzati. |