Nel 1949, in seguito al piano INA Casa per l’edilizia popolare, a Torino, come in molte altre città d’Italia, sorsero interi quartieri, agglomerati, comprensori e piccoli villaggi recintati, che vennero asseganti alle famiglie con situazioni abitative precarie. Nella periferia nord del capoluogo piemontese, individuato il terreno, approvate le linee architettoniche e seguendo un piano urbanistico che tenesse conto dell’espansione del quartiere Barriera di Milano, venne costruito il grande comprensorio di Via Cruto 18, il nostro “cortile”.
Il sottoscritto, classe 1948, è stato uno dei primi bambini, figli del dopoguerra, ad abitarlo con la sua famiglia. Nelle 140 pagine che compongono il libro ho cercato in qualche modo di ricostruire, raccontare e descrivere la vita che si svolgeva al suo interno dal 1952 al 1970.
Recuperando dai famigliari e dai coetanei, ormai sulla soglia dei settant’anni e oltre, fotografie, documenti, lettere, incartamenti e avvisi vari, ho potuto creare questa “memoria storica”, trovando la massima collaborazione e disponibilità da tutti gl’interpellati.
Le storie, le famiglie, i bambini, i giochi, le avventure, i drammi, i personaggi e la trasformazione del territorio sono gl’ingredienti di questa narrazione. Le duecentoventiquattro famiglie che hanno preso possesso degli alloggi dal 1951 in poi, dimenticate dalle tante pubblicazioni sul quartiere, trovano qui la loro rivincita.
Un racconto che non dimentica i fratelli maggiori e i fratelli minori della mia generazione e documenta con 180 immagini tutta l’evoluzione del “cortile” di Via Cruto 18. Con molta soddisfazione ora si può dire che quello che prima non c’era adesso c’è.
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